Welcome to the Ebury® Blog
Expert market insight and updates to help you navigate the ever changing global currency markets.
L'attenuarsi dell'ottimismo per gli accordi commerciali indebolisce il dollaro
L'iniziale slancio del dollaro, generato dal dietrofront di Trump sui dazi cinesi, si è rapidamente esaurito.

La scorsa settimana sui mercati finanziari si sono replicati i temi principali degli ultimi sei mesi. I prezzi delle materie prime sono aumentati con forza, così come gli asset rischiosi e i dati sull'inflazione dagli Stati Uniti hanno sorpreso al rialzo con le valute dei mercati emergenti correlate alle materie prime che hanno registrato le migliori performance.
In una settimana con pochi movimenti rilevanti tra le valute principali, le svolte restrittive da parte delle banche centrali dell'Est Europa hanno spinto lo zloty polacco e il fiorino ungherese in cima alla classifica.
Gli asset rischiosi in tutto il mondo sono vicini ai massimi storici, ma ora traballano un po’ dopo che l’inflazione statunitense la scorsa settimana è uscita di molto sopra le attese (cosa che avevamo già anticipato da qualche tempo).
Un rapporto sul mercato del lavoro molto più debole del previsto ha interrotto la serie di sorprese positive sui dati economici statunitensi e ha indebolito il dollaro contro quasi tutte le principali valute del mondo.
Come spesso accade sul finire del mese, i ribilanciamenti di portafoglio da parte degli operatori di mercato hanno mosso i mercati valutari in modo imprevedibile.
Il dollaro statunitense ha continuato il suo recente trend ribassista durante la scorsa settimana, perdendo leggermente contro ogni valuta del G10, tranne il dollaro australiano. In generale, i movimenti sono stati modesti e la maggior parte della volatilità si è vista nei mercati emergenti.
La diminuzione dei rendimenti dei Treasury unita ai buoni dati economici, ha agevolato la propensione al rischio sostenendo i mercati azionari, quelli obbligazionari e quelli delle materie prime.
La vendite sull’obbligazionario statunitense sono diminuite e per il momento i rendimenti dei Treasury sembrano essersi stabilizzati, con il tasso a 10 anni che oscilla tra 1.60% e 1.75%. Il dollaro ha perso terreno contro tutte le valute G10, tranne la sterlina, e la maggior parte delle valute dei paesi emergenti.