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L'attenuarsi dell'ottimismo per gli accordi commerciali indebolisce il dollaro
L'iniziale slancio del dollaro, generato dal dietrofront di Trump sui dazi cinesi, si è rapidamente esaurito.

La scorsa settimana è stata un'altra decisamente movimentata per il mercato valutario, molte valute hanno raggiunto nuovi minimi e la volatilità ha toccato i massimi da diversi anni.
La scorsa settimana è stata una delle più agitate nei mercati valutari degli ultimi tempi.
La Federal Reserve ha ricevuto una spiacevole sorpresa la scorsa settimana: l’inflazione è stata pubblicata al di sopra delle attese, il che conferma che non vi è alcuna attenuazione delle pressioni sui prezzi.
Il rialzo di 75 punti base della BCE, seguito dai commenti aggressivi dei membri del consiglio direttivo, hanno fatto salire la valuta comune contro la maggior parte delle sue controparti, trascinandosi dietro tutte le altre valute europee.
L'euro sembrava sul punto di chiudere la settimana con una performance discreta, sostenuto dalle aspettative di una BCE più aggressiva e da un rapporto sul mercato del lavoro negli Stati Uniti che ha segnalato alla Fed che le pressioni potrebbero essere allentate.
Il meeting annuale dei banchieri centrali di tutto il mondo tenutosi a Jackson Hole ha trasmesso un messaggio inequivocabilmente hawkish, lanciato dal presidente della Fed Powell in un discorso molto breve e conciso.
I tassi di interesse statunitensi hanno invertito la rotta presa a seguito del rapporto positivo sull'inflazione della settimana scorsa.
L'economia statunitense è entrata tecnicamente in recessione e i prossimi aumenti dei tassi della Federal Reserve dipenderanno ora completamente dall'inflazione e dai dati sul lavoro.