L’euro rimane stabile nonostante la BCE
La scorsa settimana la BCE ha reagito, forse un po’ tardivamente, al forte aumento dell'euro e ai suoi potenziali effetti sull'inflazione e sulla ripresa economica della zona euro. Per ora, l'impatto sulla valuta è stato attenuato, ma ci aspettiamo di vedere nelle prossime settimane ulteriori commenti sulla forza dell’euro o sulla rapidità del suo rafforzamento, che potrebbero quindi pesare sulla moneta comune.
Analisi del mercato valutario
La scorsa settimana la BCE ha reagito, forse un po’ tardivamente, al forte aumento dell'euro e ai suoi potenziali effetti sull'inflazione e sulla ripresa economica della zona euro. Per ora, l'impatto sulla valuta è stato attenuato, ma ci aspettiamo di vedere nelle prossime settimane ulteriori commenti sulla forza dell’euro o sulla rapidità del suo rafforzamento, che potrebbero quindi pesare sulla moneta comune.Tutte le valute G10 hanno perso terreno rispetto al dollaro tranne la sterlina, sostenuta dai rapidi progressi del Regno Unito nelle vaccinazioni. Le valute dei mercati emergenti hanno avuto andamenti contrastanti, ma nel complesso hanno resistito abbastanza bene alla significativa vendita di azioni e di altri asset rischiosi.Gli “short squeeze” di alcuni titoli come GameStop hanno fornito un inusuale intrattenimento e un ricco apporto di notizie, ma l'impatto sui mercati valutari sarà trascurabile. Questo perché i volumi sui mercati valutari sono molto più grandi rispetto a quelli azionari e la presenza di investitori al dettaglio è limitata.Ci attendiamo che i mercati si concentrino sui dati economici la prossima settimana. Il calendario dell'Eurozona è intenso, con il dato del PIL del quarto trimestre rilasciato martedì e l'inflazione di gennaio mercoledì. Il primo ci aspettiamo esca negativo, mentre il secondo dovrebbe rimbalzare grazie ad alcuni fattori tecnici in Germania, come la riduzione temporanea dell'IVA e l'aumento delle tasse sull'energia. Per quanto riguarda il Regno Unito, giovedì si terrà la riunione di gennaio della Banca d'Inghilterra.Infine, venerdì sarà seguito con attenzione anche il rapporto di gennaio sul mercato del lavoro statunitense (NFP).
