Le principali banche centrali di tutto il mondo si stanno avviando verso un taglio dei tassi, mentre la lotta all'inflazione fa progressi consistenti.
Mentre la BCE ha accennato a un taglio a giugno, senza escludere del tutto una mossa ad aprile, il report sul mercato del lavoro degli Stati Uniti, piuttosto soft, ha contribuito a rendere più probabile un programma simile anche per la Federal Reserve. D'altro canto l'inflazione più rigida nel Regno Unito indica che i tagli della Banca d'Inghilterra saranno posticipati. L'andamento della settimana scorsa a livello valutario ha rispecchiato le notizie della settimana, con il
dollaro in calo rispetto a tutte le valute del G10 e la sterlina che ha sovraperformato l'euro. Tuttavia, il grande vincitore della settimana è stato lo
yen giapponese, in forte rialzo grazie alle indicazioni fornite dalla la Banca del Giappone, la quale inizierà finalmente ad aumentare i tassi, forse già questo mese.
Questa settimana sarà cruciale per la narrativa secondo cui l'inflazione è sotto controllo e le banche centrali sono pronte a tagliare i tassi, poiché martedì verrà pubblicato l'importantissimo
dato sull'inflazione CPI di febbraio negli Stati Uniti. Il dato chiave sarà il sottoindice mensile core, che esclude gli indici volatili relativi ai prodotti alimentari e all'energia. Il programma dei dati è tranquillo nell'Eurozona, ma nel Regno Unito il dato sul lavoro di febbraio, martedì, sarà seguito dalla pubblicazione del
PIL mensile di gennaio il giorno successivo, quindi la settimana potrebbe rivelarsi molto volatile per la sterlina.

EUR
La riunione della
BCE ha lasciato nei mercati la netta impressione che il taglio sia imminente, non alla prossima riunione di aprile ma a quella successiva di giugno.
Le buone notizie contenute nei recenti dati economici supportano un taglio non imminente: gli
indici PMI sono lontani dai valori minimi, anche se ancora piuttosto stagnanti. Grazie ai solidi proventi derivanti dal turismo, in particolare dai viaggiatori statunitensi, la Francia, la Spagna e l'Italia stanno superando le aspettative, compensando la debolezza del settore manifatturiero tedesco. Tuttavia, permane un ampio divario nella performance economica al di là dell'Atlantico e riteniamo che il rally dell'euro possa essere di breve durata.
USD
Il
report sul mercato del lavoro è risultato un po' sottotono. Sebbene la creazione di posti di lavoro sia rimasta forte, la disoccupazione è aumentata (a livelli ancora molto bassi) e, punto fondamentale, gli aumenti mensili dei salari sono stati insoddisfacenti, portando la media trimestrale a poco meno del 4% su base annua.
Questo dato convalida la tesi della Fed secondo cui la tendenza alla disinflazione rimane in atto, l'economia non si sta riprendendo e una certa stretta monetaria può essere eliminata, probabilmente a partire da giugno. Sebbene il dollaro ne abbia risentito, i movimenti sono stati modesti, poiché i differenziali di interesse con il resto dei paesi del G10 non sono cambiati di molto essendo l'allentamento delle banche centrali previsto in tutte le principali economie, ad eccezione del
Giappone.
GBP
Il budget primaverile non ha sorpreso i mercati, in quanto lo stimolo fiscale in esso contenuto era modesto ed era già stato ampiamente prezzato. Più importanti saranno i
dati sul lavoro e il PIL mensile che verranno pubblicati questa settimana. Il mercato del lavoro continuerà a mostrare la piena occupazione con
aumenti salariali superiori al 6%, mentre si prevede che l'economia sia tornata a crescere a gennaio.
Questi dati saranno fondamentali per la riunione della Banca d'Inghilterra della prossima settimana. Allo stato attuale, i mercati non prevedono la possibilità di un taglio fino ad agosto, una posizione relativamente stringente che fornisce un solido sostegno alla
sterlina.
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