Continua il rafforzamento del dollaro grazie a solidi dati economici e ai dubbi del mercato sull'entità e la tempistica dei futuri tagli della Federal Reserve.
Le notizie economiche degli Stati Uniti continuano a sorprendere al rialzo e i
timori elettorali hanno favorito il ruolo del dollaro come valuta rifugio. Mentre le principali valute del G10 hanno chiuso la settimana vicino al punto di partenza, quelle dei mercati emergenti hanno subito un brusco calo, con l'America Latina che ha registrato la peggiore performance a causa dei timori di un miglioramento delle probabilità elettorali di
Trump.
Man mano che ci avviciniamo alle
elezioni statunitensi, i sondaggi e i pronostici giocheranno un ruolo sempre più centrale nei mercati valutari, al pari o addirittura più dei principali report economici e delle decisioni delle banche centrali. Questa settimana, l'unica pubblicazione di rilievo sarà quella degli
indici PMI dell'attività economica a livello mondiale. I più importanti saranno quelli dell'Eurozona, che il mese scorso hanno indicato un'economia sull'orlo della contrazione e che sono praticamente l'unico dato significativo sull'attività commerciale che viene pubblicato in tempo utile. A parte questo, gli investitori seguiranno con attenzione i pronostici per vedere se il recente rimbalzo di Trump sarà duraturo. Restiamo scettici e manteniamo la nostra opinione secondo cui le elezioni presidenziali statunitensi restano ancora uno spareggio.

EUR
La scorsa settimana la
BCE ha tagliato i tassi come previsto. Le comunicazioni che hanno accompagnato la decisione suggeriscono che l'opinione dell'istituzione è stata influenzata dai
dati economici negativi dell'Eurozona e dai segnali che l'inflazione è tornata entro l'obiettivo.
La Lagarde ha fatto qualche passo indietro rispetto all'opinione secondo cui tutti i tagli futuri dipenderanno dai dati e ha confermato la certezza che i tagli saranno effettuati nelle prossime riunioni, con la possibilità concreta di un
taglio di 50 punti base prima o poi. Considerando la rilevanza dell'andamento dei mercati dei tassi, l'euro è riuscito ad ottenere una performance piuttosto positiva, chiudendo la settimana in lieve ribasso rispetto ai suoi omologhi. Tuttavia, questa opinione sarà messa in discussione giovedì con la pubblicazione degli
indici PMI sull'attività delle imprese, che sono ora sull'orlo di una contrazione economica dell'intera Eurozona.
USD
Lo scenario elettorale statunitense è ormai del tutto chiaro: i mercati ipotizzano che una
vittoria di Trump implicherebbe un
forte rally del dollaro USA, mentre la presidenza di Harris comporterebbe perdite modeste per il biglietto verde.
Le oscillazioni valutarie sono ora più influenzate dai sondaggi che dai dati di secondo livello della scorsa settimana, anche se questi ultimi hanno continuato a delineare il quadro di un'economia forte e non vicina alla recessione. Questa sarà la seconda settimana consecutiva senza notizie economiche importanti negli
Stati Uniti, quindi ci si aspetta che le contrattazioni siano guidate principalmente dai sondaggi elettorali da un lato e dalle comunicazioni della
Federal Reserve dall'altro.
GBP
La sterlina continua a toccare
nuovi massimi nei confronti dell'euro, grazie alla tenuta dei dati economici e al progressivo dissiparsi delle preoccupazioni relative ai conflitti economici con il principale partner del Regno Unito, l'UE.
Il dato sull'inflazione di settembre della scorsa settimana è stato inferiore alle aspettative, ma i dati sull'occupazione e sui salari di agosto e settembre sono rimasti piuttosto solidi, mentre il dato sulle vendite al dettaglio di settembre ha superato le aspettative e ha confermato la tenuta della spesa interna. A nostro avviso,
l'ipotesi rialzista per la sterlina rimane invariata.
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