Il debole rapporto sull'occupazione USA affossa il dollaro e mette in difficoltà la Fed
La Federal Reserve non può ritenersi soddisfatta dal report sul mercato del lavoro statunitense di agosto. Una crescita dell'occupazione più debole del previsto è uscita insieme ad un forte aumento dei salari, suggerendo che le pressioni inflazionistiche possano non essere transitorie, al contrario di quando si aspetta la Fed.
Analisi del mercato valutario
La Federal Reserve non può ritenersi soddisfatta dal report sul mercato del lavoro statunitense di agosto. Una crescita dell'occupazione più debole del previsto è uscita insieme ad un forte aumento dei salari, suggerendo che le pressioni inflazionistiche possano non essere transitorie, al contrario di quando si aspetta la Fed.Il dollaro statunitense si è indebolito mentre i rendimenti dei Treasury sono saliti, rompendo la consueta correlazione tra i due. Gli asset rischiosi hanno avuto una performance mista. Le materie prime sono salite fortemente fino a un nuovo massimo da cinque anni, trascinando con loro le valute dei mercati emergenti: un ulteriore segno che le pressioni inflazionistiche non si attenueranno. I mercati azionari hanno perso terreno, trascinati verso il basso dal rapporto sui salari. La valuta peggiore della settimana è stata sicuramente il dollaro statunitense, in calo contro tutte le principali valute.Con la fine delle vacanze, l'attenzione si sposta ora sulle riunioni delle principali banche centrali a settembre, guidati dalla BCE giovedì e dalla Fed tra un paio di settimane. L'insolito tono stagflazionistico delle recenti notizie macroeconomiche, in particolare negli Stati Uniti, rende particolarmente difficile prevedere la reazione che potranno avere le banche centrali. Ci aspettiamo un dibattito animato all'interno del consiglio della BCE, anche se non è chiaro se ci sarà già un consenso per iniziare a ridurre gli acquisti mensili di titoli di stato del programma PEPP.
